Era il 1974, e l’Umbria Jazz Festival era al secondo anno del suo incredibile percorso.
In quel momento storico era tutto gratuito e tutto di altissima qualità. Un esperimento fantastico, poi fallito: non si possono dare gratis le perle ai porci. Insomma, in pratica l’UJ stava diventando il top dell’offerta mondiale di musica jazz.
Il programma di quell’estate era ricchissimo, il meglio del meglio di quel periodo.
Con la fame di musica che ho sempre avuto, ecco che mi trovo a Perugia il 29 luglio per una serata mozzafiato. Apriva il concerto la big band di Thad Jones e Mel Lewis, e il concerto era registrato per farne un disco. Difatti ricordo bene sul palco il registratore Ampex multitraccia, grande come un frigorifero.
Poi c’era Keith Jarrett in solo piano, che sei mesi dopo avrebbe registrato il celebre Köln concert, rimasto una pietra miliare del solismo pianistico.
E a concludere la mitica strepitosa orchestra di Gil Evans, che aveva appena registrato, tra l’11 giugno 1974 e il 27 giugno 1974, l’album “The Gil Evans Orchestra Plays the Music of Jimi Hendrix”. Quanto era avanti Gil, Jimi era morto solo nel 1970 e non c’entrava niente con il jazz, ma già la sua lungimiranza lo aveva indotto a fare un omaggio alla sua musica. Ho sempre amato gli artisti aperti, quelli che rischiano, quelli che percorrono strade nuove, attenti a quello che succede nello scenario invece dei tradizionalisti in parrucca, quelli del culo nel burro, arroccati nel passato, intrisi di reazionarietà, sicuri di essere nel giusto. Nel mondo del jazz sono la maggioranza, oggi più che mai, che sono quasi tutti fighetti e basta, ma allora le cose erano ancora vive e il jazz non era ancora diventato musica da Conservatorio… era semplicemente vivo.
Nel 1974 i concerti non erano organizzati come oggi, poche barriere, niente pass a zone limitate, niente body guard. Insomma riesco a piazzarmi proprio sotto il palco, a sedere per terra al di la delle transenne, bellamente scavalcate. C’erano altri che erano pure riusciti a salire sul palco, godendosi il concerto da quella posizione privilegiata.
E si inizia.
Accanto a me un tipo magro, camicetta bianca, capelli crespi, sempre silenzioso.
Appena attacca la Mel Lewis - Thad Jones big band tira fuori un flautino da una floscia custodia di pelle, e attacca ad andargli dietro.
Nooo, mi dico, sono accanto ad uno dei cazzo di fricchettoni di merda che popolano questi eventi. Che due palle!
E continua a suonare quasi sempre, dà fastidio un tot però ci imbroccava, molto meglio della media dei fricchettoni tossici incapaci. Gli dico amico smettila! Ma lui niente.
E glielo ripeto altre volte, ma lui ancora niente anzi, visto che mi giravano, ad un certo punto gli dò pure una gomitata, e basta no! Ma quello non batte ciglio, mi tocca sopportarlo fino alla fine. Lo avrei strozzato, che non sarebbe stato neanche difficile, dato che era più piccolo di me. Ma tant’è, sono un non violento. Insomma si va avanti con la rottura di coglioni li accanto, che mi ha innervosito per tutto il tempo.
Appena finisce la big band, il tizio in camicetta bianca prende a scatta sul palco, si siede dietro al piano, poggia all’interno il flautino e attacca a suonare, senza nemmeno aspettare che attivassero i microfoni.
Per la madonna, è Keith Jarret!
Non l’avevo certo riconosciuto, lui non era ancora una figura di primo piano, che invece oggi è una celebrità e lo riconosciamo tutti. Nella sua fantastica carriera si è dimostrato una rottura di palle per tutti, e ci credo, non sta a sentire nessuno, pretendendo ai suoi concerti silenzio e attenzione. Guai a fare fotografie, a muovere un piede.
È rimasto celebre un concerto a Parigi interrotto per un colpo di tosse. E proprio per questo si sta tutti attenti a non disturbare il Maestro quando suona.
Ma io no!
Jarrett ha un debito con me, e da allora! E prima o poi andrà saldato.
Mi spetta di diritto l’andare ad un suo concerto e mettermi in prima fila con un flautino, cercando di star dietro alle sue note. E zitti tutti!
Ecco il link per sentire e vedere il concerto del 1974 Perugia:
Invece qui c’è il link del concerto dell’orchestra di Gil Evans nella stessa serata, dove mi si vede più volte. (ad esempio al minuto 1:50 sono davanti alla fontana in T-shirt bianca, capello lungo, accanto ad un amico in T-shirt nera, capello lungo pure lui)
Riccardo Marongiu©
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